Truffa chilometraggio auto

Possedere un’autovettura non è solo una comodità, ma una vera e propria necessità. Trattandosi di beni soggetti ad usura è inevitabile che, prima o poi, si debba procedere con la sostituzione. Nel caso in cui la scelta ricada su un veicolo usato è però necessario adottare delle accortezze. Inutile dire che la prima cautela è quella di rivolgersi ad un concessionario autorizzato. Ma anche in tali casi può succedere di incappare in una truffa.

Ci racconta infatti una nostra associata di aver acquistato un veicolo usato. A distanza di nemmeno due mesi è stata poi convocata dagli agenti della Polizia Giudiziaria per comunicarle che, a seguito di indagini, avevano appurato che il chilometraggio del veicolo era ben superiore rispetto a quello dichiarato all’atto dell’acquisto.

Inutile dire che la persona è rimasta particolarmente stupita e non ha esitato a rivolgersi alla nostra associazione in quanto si è sentita truffata. E di truffa infatti si trattava. Le abbiamo quindi fornito tutta l’assistenza per tutelarla rispetto a quanto occorso. Quale vittima di un reato le è stata illustrata la possibilità di sporgere querela nei confronti della concessionaria. Una volta disposto il rinvio a giudizio l’associata avrebbe avuto la possibilità di costituirsi parte civile per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti. Considerato poi che la preoccupazione maggiore era di natura economica, avendo corrisposto un prezzo per un bene che non presentava le qualità promesse, è stata avanzata richiesta di risoluzione del contratto volta ad ottenere la restituzione di quanto pagato. Ai sensi dell’art. 130 del codice del consumo è infatti possibile, in caso di grave difformità, è possibile chiedere la risoluzione del contratto. Qualora invece la difformità non fosse grave il consumatore può ottenere una congrua riduzione del prezzo come previsto dall’art. 129 del medesimo codice. In ogni caso è fondamentale avanzare la richiesta entro 60 giorni dalla scoperta e comunque entro il termine di garanzia. Nel caso che ha visto coinvolta la nostra associata la concessionaria ha accolto la richiesta di risoluzione del contratto e la stessa ha così ottenuto il rimborso del prezzo a fronte della restituzione del bene. In mancanza di accordo sarebbe stato possibile presentare denuncia all’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato).

Chiarito quindi che il consumatore truffato può ottenere tutela sia dinnanzi al Giudice penale che a quello civile pare doveroso segnalare un aspetto che ha agevolato la positiva soluzione della questione. L’acquirente, infatti, all’atto dell’acquisto aveva fatto precisare il chilometraggio del veicolo nel contratto. Ciò ha consentito di evitare possibili contestazioni in merito alla certezza o meno di tale dato.

Ma vi sono degli strumenti per verificare il chilometraggio dell’autovettura oggetto di interesse? Utile sarebbe chiedere qualche documento in più prima di procedere con l’acquisto come, ad esempio, il verbale di consegna alla concessionaria del veicolo dove risultava il chilometraggio e lo stato d’uso. Si può poi verificare la data dell’ultima revisione effettuata ed il chilometraggio registrato consultando l’apposita sezione del Portale dell’Automobilista. Trattasi di un dato di libera consultazione: inserendo la targa del veicolo il portale fornisce la data dell’ultima revisione, l’esito ed il chilometraggio. Se il dato dovesse risultare diverso rispetto a quello indicato dal venditore, oppure se la revisione risultasse effettuata in anticipo rispetto alla scadenza sarebbe possibile che il chilometraggio del veicolo sia stato modificato. Questi semplici accorgimenti permettono di procedere con un acquisto consapevole. 

Pensare che raramente si possa incappare in tale sgradevole situazione è un errore. Nel 2017 solo a Bergamo è stato accertato che a 65 autovetture, vendute o in vendita, era stato “rifatto il trucco e parrucco” con riduzioni variabili dal 41% al 51% dei chilometri reali. Per arrivare a questi risultati la polizia ha svolto indagini a tappeto su tutti i concessionari è l’arcano è stato svelato incrociando i documenti delle auto con quelli dei vecchi proprietari. 

                                                                           

Il Presidente di Assoutenti Bergamo

Avv. Massimo Gelpi